08/05/18

Il V.A.R. e la Mano de Dios

Ok ritorno a parlare di calcio, ma non lo faccio da tifoso.

Per me il calcio, ma diciamo pure lo sport in generale, è andato a sostituire l'epica classica.

Come si raccontavano le gesta di Achille, Ettore, Leonida, oggi si raccontano le gesta di Pelè, Garricha, Maradona oppure Zatopek, Lewis e ancora Jordan, Chamberlain, Johnson, ecc.

La letteratura sportiva è bellissima, coinvolgente, emozionante. E lo sono anche quelli che raccontano lo sport attraverso la narrazione in altri media: penso alla radio o a programmi televisivi come "Sfide" o "Buffa Racconta".

Poi, ad un certo punto arrivò la VAR.

Torniamo al titolo di questo post: pensiamo per un attimo al racconto di quella assurda partita tra Inghilterra e Argentina che valeva l'accesso alla semifinale del Campionato Mondiale di Calcio 1986. Ci viene in mente il "goal del secolo", quello in cui Maradona scarta tutta l'Inghilterra e fa una cosa che nessuno potrà mai eguagliare. E poi pensiamo a "la mano del Dios".

Ma, facendo un passo indietro, proviamo ad immaginarci il contesto in cui si svolgeva quella partita: il l2 aprile 1982 l’Argentina occupa le isole Falkland, dominio britannico. È la mossa ridicola e disperata di un regime che sta implodendo. La tensione internazionale è alta, gli Usa concedono il loro apporto logistico all’Inghilterra, mentre l’Urss freme per i rapporti commerciali che intrattiene con il paese sudamericano.
Dopo un mese di trattative e l’ultimatum all’Argentina, è inevitabilmente guerra. Il 2 maggio la flotta inglese bombarda per 19 ore consecutive la costa delle Falkland. Il 13 giugno gli inglesi hanno già annientato le difese militari argentine. Le Malvinas tornano ad essere le Falkland.

Il popolo argentino esce fuori da questo conflitto distrutto nello spirito e nella sostanza. Già prima dell'inizio del conflitto l'Argentina, guidata dalla giunta militare del Generale Galtieri era in piena crisi economica e sociale. La guerra, contro un nemico che invece bramava di confermare la propria vocazione colonialista, distrusse ancor più il paese che considerava comunque "proprie" le Isole Malvinas e che contava quasi mille morti e undicimila prigionieri.

Pensate ai sentimenti che attraversavano l'animo di quei giocatori argentini che il 22 Giugno 1986 scendevano in campo di fronte ai propri nemici inglesi.

Il gesto di Maradona, il pallone colpito con la mano (prima dell' "aquilone cosmico"), diventa la furbata che consente al popolo argentino di rivalersi contro la potenza inglese: l'astuzia contro la forza, l'ingegno del piccolo argentino contro la potenza militare della Tatcher. La rivincita di un popolo intero.

Ecco, ora immaginatevi il gioco fermo, il colloquio via auricolare, il segno del televisore e... goal annullato e ammonizione a Maradona.

Ecco.. mavaiavaia....


23/04/18

Juventus-Napoli

Ma porca pu#@#@@#@##@¶@#¶[][[¶#@#¶][¶#@#@¶#¶][]¶#@@#[]¶#¶¶[.

Chiaro il concetto?!

13/04/18

Dieta...

Rieccoci qui.. ancora a dieta!

La schiena non fa prigionieri: se supero gli 85 kg mi presenta subito il conto. Ecchepalleperò!!

Così per il mio compleanno mi sono scofanato due piatti di gnocchi al sugo fatti a mano da mia mamma, crostini vari e la torta fatta da mia moglie..

Perché la novità 2018 è che Claudia si è lanciata in cucina: torte e muffin..

E devo dire che, passati i primi mesi in cui ho ingurgitato mattoni poco cotti, ora il risultato è buono.. e poi vuoi mettere festeggiare il proprio compleanno con la torta fatta dalla moglie?!?!

Ecco, però poi a dieta..

09/04/18

Compleanno col mal di schiena...

Per ricordarmi che oggi invecchio, sono 39, mi sono svegliato con un mal di schiena terrificante.
Andata e ritorno da Pontremoli non ha agevolato e nemmeno questo tempo uggioso.

Il primo regalo ricevuto, pertanto, è stata una bella iniezione di Voltaren e Muscoril, tanto per ricordarsi che gli anni passano.

(Ma invece di giocare a calcio, pallacanestro, fare salto in lungo e in alto, non potevo essermi dato agli scacchi... no perché credo che per la schiena di peggio ci sia solo il salto triplo..).


08/04/18

Venerdi film.. ovvero il racconto di un venerdi senza figlioli in casa..

“Stasera i bimbi vanno a dormire da mia mamma, finalmente possiamo passare una sera insieme sul divano a guardarci un film”, questa la premessa della moglie.

Ecco, peccato che il film in questione non l’ho potuto scegliere io perché altrimenti non avrei mai scelto “Cinquanta sfumature di nero”.

“Sono curiosa, ci sono le mamme a scuola che ne hanno parlato così tanto che mi è venuta la curiosità di vederlo”.

Ecco, tralasciando il fatto che non esiste una trama di alcun genere ed i tentativi di inserire colpi di scena è più maldestro che altro, per il resto è di una noia mortale.

Se volevano puntare sull’erotismo hanno sbagliato tutto.

Risultato: ci siamo clamorosamente addormentati sul divano.


Non ci sono più i blockbuster di una volta..

Insieme a Leonardo ci siamo visti in anteprima il film "Transformers: l'ultimo cavaliere".
Dire che è una cagata pazzesca, tanto per citare il buon ragionier Ugo, è riduttivo.

Come non sfruttare una cosa figa come i Transformers e sciupare anche il tema Headmasters..

Delusione cosmica!

03/04/18

Erasmus, si lo fanno anche i grandi!

E si chiama Erasmus+

Tra le altre cose che faccio da quando faccio il Sindaco di Pescaglia, oltre ad aver fatto per tre anni il Presidente dell'Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio, una roba tipo "Coppa delle Coppe", siedo anche nel Consiglio di Amministrazione di una società consortile di tipo Gruppo di Azione Locale (GAL), che detto in due parole significa: per conto dell'Unione Europea decidiamo dal territorio quali bandi promuovere e quali finanziare su turismo, artigianato e commercio, il tutto condito con una bella dose di agricoltura.

Ecco, con questo GAL abbiamo vinto un progetto di mobilità europea, meglio conosciuto come Erasmus, che non è solo: "vado un anno a Barcelona a far finta di studiare ma in realtà mi sfondo di alcol, fumo tutto quello che mi passa per le mani e cerco di ampliare il più possibile il mio carnet di caccia".

Erasmus è una grande opportunità di scambio di esperienze, di buone pratiche, di discussione su cosa va e cosa non va in questa nostra imperfetta Europa per provare a migliorarla.

Ecco, il progetto Erasmus+ che abbiamo vinto si chiama RURAL SKILLS e dovrebbe consentirci, alla fine dei nostri scambi, di avere un'idea più chiara di come utilizzare i fondi europei per migliorare il nostro territorio, a partire dal legame con l'agricoltura e tutto ciò che ci gira in torno (artigianato, commercio e turismo, principalmente..).

Ecco una riflessione scritta a caldo, all'indomani del mio ritorno dalle Fiandre.



Alla fine di questi cinque giorni nelle Fiandre provo a tracciare un bilancio.

Se fate lo sforzo di superare le prime righe più tecniche, poi ci sono spunti interessanti su cui riflettere, ve lo prometto..

Il progetto a cui ho partecipato si chiama Rural Skills ed è finanziato interamente dall’UE attraverso un bando ERASMUS+, di cui noi siamo capofila, la cui finalità è scambiarsi con i nostri partner europei provenienti da Lettonia, Portogallo, Spagna, Croazia e Belgio, le nostre buone pratiche nella gestione dei finanziamenti Leader.

Entro Giugno 2019 gireremo tutti i paesi partecipanti al progetto, Italia compresa.


Finita la parte esplicativa tecnica, come promesso, ecco le valutazioni nel merito.


Purtroppo, alla fine di questi workshop, dei seminari, delle discussioni andate avanti con gli altri colleghi europei dalla mattina a colazione fino alla sera a cena, l’unica grande verità emersa è la seguente: non esiste una sola Europa, ne esistono tante.

Cioè l’indicazione contenuta in una norma europea spesso viene declinata con significati anche diametralmente opposti a seconda di come viene “tradotta” nell’ordinamento giuridico di ogni Paese.


Mi spiego con un esempio: a Gand (Fiandre, Belgio) la Provincia ha aperto dentro un edificio del ‘500 (lo storico Great Butchers’ Hall) un ristorante con annesso market per la promozione dei prodotti tipici provenienti da filiera corta locale.

Praticamente una sorta di (passatemi la semplificazione) idea alla “Eataly” però a gestione pubblica, quindi non con la logica del profitto, dove si possono prima mangiare e poi acquistare prodotti certificati di alta qualità provenienti da produttori del territorio (una filiera corta appunto).

I proventi che ne ricava la Provincia vengono reinvestiti per promuovere ulteriormente i prodotti ed incentivare i produttori. Un circolo incredibilmente virtuoso.


Bella idea! Peccato che in Italia, per come è stata tradotta questa norma europea, fare una cosa del genere è letteralmente impossibile!!!

Mentre in Belgio, non solo è possibile, ma con questo progetto concorrono e vincono bandi per accaparrarsi fondi europei.

Per concludere: forse sarebbe il caso di pensare di far fare qualche ERASMUS anche a chi si occupa di declinare nei vari Paesi le norme europee!

Si raggiungerebbero molti importanti risultati: la coerenza delle normative, la parità di opportunità su tutto il territorio europeo e soprattutto si inizierebbe a creare tra le persone che queste opportunità potrebbero sfruttarle quel sentimento europeo che si è andato uccidendo giorno dopo giorno da quando i Paesi hanno iniziato a guardare solo se stessi ed i propri confini.